Una chiacchierata a Radio Onda Rossa su Uscita di Insicurezza. Sostenere.
Mese: Maggio 2018
Brain One at seventy
Oggi Brian Eno compie settant’anni. È il postmodernismo in musica e non intende essere necessariamente un complimento. Ha sfornato dischi – altrui come produttore, propri come autore – incredibili, alcuni dei quali ascolto ininterrottamente da più di trent’anni. Il suo capolavoro è Another Green World, un disco di prodigiosa delicatezza e modernità.
Ha fatto anche tanti danni: certa – non tutta – sua musica “per ambienti” è intellettualmente sospetta, produrre gruppi a metà fra lo stadio e la parrocchia come gli U2 e i Coldplay ha quasi del tutto compensato in negativo l’aver presieduto alla – geniale – metamorfosi berlinese elettronica del Bowie del periodo 77-81, il suo ritorno con David Byrne dopo uno dei dischi più importanti di sempre (My Life in the Bush of Ghosts) è stata una delusione per il qui assente, sono almeno quindici anni che non sforna nulla di dirompente. Eppure è – e resterà – figura chiave per comprendere la musica popolare dagli anni Settanta a oggi.
Lo celebriamo qui nel nostro piccolo con un’intervista fattagli ormai anni fa.
Antisemita a chi?
L’illustre storico inglese Donald Sassoon è membro del partito laburista dal 1979. Gli abbiamo chiesto un’opinione sull’ondata di accuse di antisemitismo, endogene e non, che imperversano nel partito da quando Jeremy Corbyn ne è diventato il leader.
Non le pare che le polemiche, riprese anche in Italia, giochino sfacciatamente sulla deliberata confusione fra antisionismo e antisemitismo?