Instancabile Sisifo, Theresa May spinge il masso dell’accordo con l’Ue, capace di unire tutti nello scontento più totale, in cima all’impervia salita, solo per vederlo beffardamente rotolare a valle. Per poi spingere di nuovo, con una determinazione che sfida la capricciosa crudeltà dell’Olimpo.
Mese: novembre 2018
Non molla, ma barcolla
La porta del gabinetto è sempre aperta. Anzi, a Downing Street si pensa di installare i tornelli per permettere ai dimissionari e ai nuovi incaricati di avvicendarsi in modo più fluido. Fuori Raab e McVey, rispettivamente Brexit e Lavoro e pensioni, dentro l’ignoto Steve Barclay e Amber Rudd (a volte ritornano, aveva dato sacrosante dimissioni per la porcata della «Windrush generation»).
Il Tao del Labour
Nel dibattito in aula seguito alla presentazione della famigerata bozza di accordo con l’Ue sulla British Exit, Jeremy Corbyn – ormai padrone indiscusso di quella pratica che Trotskij definiva il parliamentary cant, la (menzognera e ipocrita) retorica parlamentare – ha vigorosamente attaccato il governo May giurando che non voterà mai a favore di quella bozza di accordo, definendola abborracciata, inconcludente e soprattutto contro gli interessi del popolo britannico.
L’accordo della discordia
Se ieri mattina Theresa May si è svegliata più leggera, era perché il suo governo aveva appena perduto due ministri chiave e stava per perderne altri sei. La notte, infatti, porta consiglio. E a volte dimissioni.
L’estasi (e il tormento) di S. Theresa
È la fine dell’inizio. Dopo cinque ore asserragliati a Downing Street a discutere le 500 pagine di accordo concluso con Bruxelles sul futuro rapporto fra Ue e Gran Bretagna dopo l’exit di quest’ultima – il prossimo 29 marzo 2019 – Theresa May ha il sostegno del suo governo.
Backstop making sense
Tempi interessanti per parlare di uscite di insicurezza. E nella mia amata Alma Mater poi. Un grazie sincero e anticipato a Salvatore Cingari, Emidio Diodato, Maura Marchegiani e al collega del manifesto Enrico Terrinoni.
Apocalypse Trump
In questa realtà scatologica che ormai supera la fiction più inquietante, può accadere che il razzista inquilino della Casablanca, fenomeno prettamente spettacolare nelle cause ma tragicamente reale nelle conseguenze, rubi più o meno consapevolmente le battute a personaggi prodotti dal genio distopico della sceneggiatura. The horror, the horror…
Don’t be evil (but a little upskirting, every now and then, is in order)
Solidarietà con i compagni di Google in sciopero, da anni già impegnati per la lotta alle disuguaglianze e per la salvaguardia del diritto del lavoro.
Completamente trasecolato nell’apprendere che casi di molestie sessuali, discriminazione razziale e altre delizie che credevamo limitate al resto dell’intera umanità in quanto fenomeno del passato, ormai debellate dalla democrazia liberale e dalla virtualizzazione dell’economia (assieme naturalmente alle sperequazioni sociali), perdurino in questa fantastica azienda, un modello per ogni società che abbia a cuore lo sviluppo armonioso dell’individuo.
Nessuno interrompa la trasformazione della società in azienda di cui questa luminosa impresa è simbolo fatto carne.