La metafora alpinistica l’ha usata proprio lui, nel discorso di chiusura del congresso. È una montagna elettorale quella che aspetta il Labour di Jeremy Corbyn, appena rieletto leader con uno schiacciante 62% dei voti: impervia, tuttavia scalabile. E dopo un anno in cui i suoi compagni di cordata – i deputati del Parliamentary Labour Party (Plp) – hanno cercato di farlo precipitare in tutti i modi, il leader è un arrampicatore più esperto.
Mese: settembre 2016
Manifestatevi
Da ieri, come forse sapranno i 27 lettori di questo blog, il manifesto, l’unico foglio rimasto leggibile senza dover indossare svariate paia di guanti una sull’altra, ad essere di proprietà di chi lo scrive e a non avere le pagine infestate da fecale pubblicità, ha cambiato carta e grafica.
Compledanni
Riflessioni a ruota libera su tre ricorrenze con le quali tutti dobbiamo misurarci.
Old Labour, new start
Tra vecchi e nuovi iscritti, i seicentomila che hanno avuto fede in lui sono stati premiati: ieri a Liverpool la parusia – il secondo avvento – di Jeremy Corbyn si è finalmente compiuta. La conferenza di Liverpool ha tributato al leader una vittoria monumentale, col 61% del voto totale contro il flebile 38,2% di Owen Smith, un Giufà immolato all’ultimo momento dai centristi del partito alla forsennata ricerca di un inesistente supereroe moderato che non terrorizzasse gli amichetti della City. Continua a leggere “Old Labour, new start”
Aridaje Ggeremi
Il congresso annuale del Partito laburista, che si apre oggi a Liverpool, dovrebbe confermare quello che ci si aspetta ormai da mesi: il secondo avvento di Jeremy Corbyn, il leader eletto a furor d’iscritti e clamorosamente sfiduciato da una consistente fetta di deputati subito dopo la deflagrazione Brexit. Le aspettative sono che rivinca la leadership almeno con lo stesso margine di un anno fa. Continua a leggere “Aridaje Ggeremi”
Eugenetica sociale in salsa Mediaset
Non sarebbe di pertinenza, ma non ho potuto trattenermi dallo scrivere due righe sulla famigerata campagna sui fertilizzanti perpetrata dal ministero della sanità. Oltre la zootecnia.
Volere è trovare

L’Inghilterra – e in epoca di Brexit il consueto lapsus del chiamare così la Gran Bretagna quasi non è più tale – è sempre stata terra d’utopie, gli inesistenti luoghi idealizzati capaci di trascendere le miserie umane. Almeno fin dai tempi di Thomas More, che giusto cinquecento anni fa scrisse il suo fondamentale Utopia. Continua a leggere “Volere è trovare”
At the Corbyn Arms
Un brindisi alla prossima vittoria di Jeremy Corbyn, sul sito del Depresso.
Tra-ghetti
Da Berlino a Calais, in quest’Europa culla del liberismo i muri non passano mai di moda. Parola di Robert Goodwill, (nomen omen) il ministro britannico conservatore per l’immigrazione, che ieri ha dichiarato con scoppiettante solerzia alla commissione parlamentare riunita a Londra per deliberare sulla situazione a Calais e Dunkerque: «Abbiamo già costruito la recinzione, ora stiamo costruendo il muro».
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Le primarie secondarie
Gran Bretagna. Ha tutti contro ma il leader di sinistra del Labour è il politico più popolare del regno. E nei sondaggi doppia il moderato Smith, fermo al 38%. Iniziato voto postale, i risultati il 24 settembre.
È stata l’estate più turbolenta per la Gran Bretagna dalla seconda guerra mondiale. Molto poté lo stress post-traumatico della Brexit, che ha catapultato Theresa May a Downing street dopo una breve e spietata resa dei conti fra i Tories e provocato nel Labour una lacerante frattura fra membri del partito che avevano eletto leader Jeremy Corbyn e i suoi colleghi deputati, che lo avevano sfiduciato a poche ore dall’esito referendario e dalle dimissioni di David Cameron. Continua a leggere “Le primarie secondarie”