Il Regno Unito si trova a poche settimane dal quinto appuntamento elettorale in un decennio (senza contare i due delle europee) e due referendum, quello scozzese e quello, famigerato, sulla British Exit. Dopo mille tentativi, Boris Johnson non è riuscito a farsi approvare dal parlamento l’accordo che dovrebbe sancire l’uscita dall’Ue.
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Another Day in the Death of America

Incontriamo Gary Younge una mattina londinese nel bar del quotidiano The Guardian, di cui è editorialista dopo oltre un decennio di corrispondenza dagli Usa. Il giornalista inglese, originario delle Barbados, ha al suo attivo reportage dai Caraibi, Europa e Africa, ha diretto il documentario Angry, White and American per Channel 4, un inquietante viaggio nell’America contemporanea, scrive sul periodico The Nation e ha vinto l’edizione 2017 del premio James Aronson Awards for Social Justice Journalism. Siamo qui per parlare dell’ultimo dei suoi cinque libri: Un altro giorno di morte in America, (ADD editore) è una mappatura spaziotemporale – straziante e commovente nell’empatia, odiosa e inaccettabile nella denuncia – di una giornata americana qualsiasi, in cui una media di sette adolescenti muoiono uccisi da armi da fuoco in omicidi spesso volontari, a volte accidentali.
Campagna campale
Lo scorso 10 maggio, la bozza del manifesto elettorale del Labour finiva in mano alla stampa. La fuga di notizie sul programma elettorale per le prossime politiche dell’8 giugno proprio il giorno prima che i vertici si riunissero per approvarne le linee guida dimostra – se mai ce ne fosse stato ulteriore bisogno – il permanere ostinato nel partito stesso di una chiara propensione all’autolesionismo.
Lotta nel Labour di governo
Il Labour targato Corbyn ha incassato una batosta alla by-election di Copeland, cittadina costiera della Cumbria, sul confine con la Scozia, un seggio che deteneva da 80 anni. Continua a leggere “Lotta nel Labour di governo”
Teresa Mai
Theresa May ha chiuso il congresso annuale del suo partito a Birmingham con un messaggio in perfetto stile dadaista, dicendo che i Tories sono il partito dei lavoratori.
The real The Donald
Donald Sassoon, professore emerito di storia europea comparata presso il Queen Mary College, dell’Università di Londra, è uno dei massimi esperti di socialismo europeo. Autore, fra gli altri de La cultura degli europei. Dal 1800 a oggi, ha appena terminato un tomo sul capitalismo globale dal 1880 al 1914.
Professor Sassoon, Jeremy Corbyn ha dimostrato la sua attuale invincibilità all’interno del partito resistendo a un attacco frontale durissimo da parte dei suoi stessi deputati. Che dopo questa sonora débâcle sono affranti.
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Il leader dimezzato
Con i due principali partiti senza un leader in servizio permanente effettivo – David Cameron che si è gettato sulla sua spada, Jeremy Corbyn con la pistola puntata alla tempia dai suoi stessi compagni di partito – la Gran Bretagna comincia un lungo e sofferto addio al bipolarismo, alla governabilità e alle gioie dell’uninominale secco. Per Corbyn, quella di ieri è stata una giornata di passione e d’indicibile pressione.
La congiura dei diseguali
172 contro 40, è il risultato del voto di sfiducia nei confronti di Jeremy Corbyn. Nell’ennesimo di una serie di terremoti-matrioska innescati dal referendum di giovedì scorso, più dell’80% dei parlamentari laburisti gli si è pronunciato contro, dopo una serie di incontri, pianti, accese discussioni e litigi.
Uk anno zero?
Era il 1956, e la Gran Bretagna si leccava le ferite auto-inferte del dopo-Suez. Dean Acheson, l’allora segretario di Stato americano, commentò la spacconata imperialistica di Anthony Eden con l’emblematica massima: «La Gran Bretagna ha perduto un impero e non ha ancora trovato un ruolo».
Bremain or fight
Ora che si sono chiuse le ostilità per le elezioni del sindaco della capitale, l’incombere del momento della verità, il prossimo 23 giugno, quando i cittadini britannici saranno chiamati a votare per il referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea o il suo abbandono, fa salire al calor bianco la temperatura del dibattito.