La nazionalità dei trentanove corpi senza vita, trentuno uomini e otto donne, trovati nel rimorchio frigorifero di un autocarro in una zona industriale a Grays, in Essex, attorno alle due del mattino di mercoledì, è cinese. Una di loro, ritenuta inizialmente adolescente, è in realtà una giovane donna.
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Il camion della morte
Una nuova, orrenda tragedia della migrazione in Gran Bretagna diventa una delle maggiori indagini per omicidio della storia del paese. Trentanove corpi senza vita sono stati trovati alle prime ore di ieri all’interno di un autoarticolato con targa bulgara a Thurrock, nell’Essex, costa sudorientale dell’Inghilterra, in una zona industriale sul Tamigi al confine con il Kent. Trentotto adulti e un minorenne.
Neverendum
Accoglienza alla franglais
Prosegue in una calma relativa lo sgombero «elettorale» del campo profughi di Calais, voluto in extremis da François Hollande per puntellare la sua corsa alla rielezione all’Eliseo. Tirandosi dietro in questa corsa improvvisa una Londra che fa la propria parte in ritardo, poco e controvoglia, vista soprattutto la posizione assunta da Theresa May per non scontentare a nessun costo il blocco «anglonazionalistico» che ha determinato l’uscita del paese dall’Ue.
Fanno la carietà
Controlli dentali. Ma non per verificare la salute dei denti, quanto per accertare l’età, proprio come fanno i paleontologi o la polizia scientifica. Solo che qui non si tratta di resti di ominidi, ma dei bambini/minorenni della «giungla» di Calais diretti in Uk, alcuni dei quali hanno già cominciato ad arrivare via pullman. Accompagnati non certo dai genitori, ma da un nugolo d’incresciose polemiche. Continua a leggere “Fanno la carietà”
Tra-ghetti
Da Berlino a Calais, in quest’Europa culla del liberismo i muri non passano mai di moda. Parola di Robert Goodwill, (nomen omen) il ministro britannico conservatore per l’immigrazione, che ieri ha dichiarato con scoppiettante solerzia alla commissione parlamentare riunita a Londra per deliberare sulla situazione a Calais e Dunkerque: «Abbiamo già costruito la recinzione, ora stiamo costruendo il muro».
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Ci scusiamo con i passeggeri
L’esasperazione delle circa tremila — una stima prudente — persone ammassate in condizioni d’inimmaginabile degrado nell’accampamento presso Calais ribattezzato «la jungla» periodicamente trabocca. Allo stillicidio di vittime schiacciate sotto le ruote ferrate o folgorate dall’alta tensione nel tentativo di abbordare i treni che trasportano veicoli e merci attraverso il tunnel sotto la Manica (la tredicesima e ultima vittima un ventenne eritreo, morto lo scorso mercoledì), ha fatto seguito un tentativo d’irruzione in massa nel terminal francese che ha bloccato entrambe le gallerie dalla mezzanotte alle otto del mattino di sabato.
La Manica stretta
La Manica non è più larga, figuriamoci per i migranti. La Gran Bretagna annuncia nuove misure per scongiurare gli arrivi illegali nel paese. Misure che non sorprendono affatto da parte del governo tory in carica, e che erano imminenti, visti gli sviluppi della drammatica situazione ormai da anni quotidiana lungo la tratta Calais-Dover.
Personae non gratae
I dilemmi principali della politica britannica di questo periodo vertono sull’uscita (propria) dalla Ue e l’entrata (altrui) nel paese. La prima è un rischio possibile; la seconda una calamità sociale da evitare a ogni costo.