Potremmo chiamarla Hitler-lalia: la compulsione incontrollata a tirare fuori Hitler in un contraddittorio. Un disturbo del linguaggio che ultimamente colpisce soprattutto gli ex-sindaci di Londra. Sotto i riflettori è ancora una volta lui, Boris Johnson. Nella sua turgida verbosità è arrivato a sfoderare Hitler dal cilindro, rivaleggiando con l’ex-avversario – ex-sindaco pure lui – Ken Livingstone. Ma mentre Livingstone ha solo annoverato il dittatore nazi fra i «sionisti» – una sparata che gli è costata la sospensione temporanea dal Labour party – per Johnson è nientedimeno che l’Ue a meritarsi l’agognata similitudine con il caporale austriaco.
Mese: Maggio 2016
Tariq Vs. Sadiq
Il termine inglese firebrand (agitatore) sembra essere stato coniato per Tariq Ali. Classe 1943, da studente sosteneva contraddittori con Henry Kissinger, ispirava canzoni ormai classiche agli Stones e John Lennon, diventava confidente di Malcolm X, e potremmo continuare.
In Brexit veritas
«L’unione Europea è una forza al servizio dell’ingiustizia sociale», che «favorisce i ricchi a scapito dei non abbienti». Parola di Ids.
Daydreaming
Il primo – struggente – singolo tratto da A moon shaped pool, l’ultimo dei Radiohead. Un album luminosamente lugubre, cameristico, venato di folk, che piano piano ti si insinua sotto la pelle. Che bel gruppo sono diventati, allontanandosi coraggiosi dalle logore convenzioni rock degli esordi. E Thom Yorke, capace di invecchiare con magnetismo, è ormai una magnifica Tilda Swinton della musica.
Sono evidentemente loro, i Radiohead, a tenere alta la bandiera di quel che resta del rock inglese, non certo quei noleggiatori di pere cotte – tiepide – dei Coldplay. Loving them.
Frieze Projects: maneggiare con curatela
Tra gli incarichi prestigiosi di Cecilia Alemani spicca la direzione di High Line Art, ex ferrovia urbana tramutata in verde pubblico disseminato di opere d’arte, uno dei luoghi di New York capaci di meglio suggellare l’interazione fra archeologia industriale e arte pubblica, e la curatela di Frieze Projects, la sezione di Frieze New York (in corso dal 5 all’8 maggio) dedicata a progetti d’arte appositamente commissionati. Continua a leggere “Frieze Projects: maneggiare con curatela”
Bremain or fight
Ora che si sono chiuse le ostilità per le elezioni del sindaco della capitale, l’incombere del momento della verità, il prossimo 23 giugno, quando i cittadini britannici saranno chiamati a votare per il referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea o il suo abbandono, fa salire al calor bianco la temperatura del dibattito.
Grazie Londra
Sadiq Khan è quasi certamente il nuovo sindaco laburista di Londra. E questo nonostante la campagna meschina e tremebonda che il rivale Tory Zac Goldsmith gli ha mosso nelle ultime settimane, quando si andava ormai profilando il suo cocente svantaggio sul rivale (lo ha perfino accusato di essere un estremista islamico).
Tendenza Sadiq
È quasi certo. Il prossimo sindaco di Londra, un ruolo istituzionale di cruciale importanza potrebbe essere l’avvocato Sadiq Khan, 45 anni, seconda generazione di immigrati pakistani, musulmano e collocabile – nella geopolitica interna del Labour – a sinistra di Ed Miliband e Tony Blair e a destra di Jeremy Corbyn. Secondo gli ultimi exit poll di giovedì – i seggi chiudono alle 22 – dei 12 candidati tra cui Siân Berry dei Verdi, Caroline Pidgeon dei Libdem, Sophie Walker di Women’s Equality e George Galloway del Respect Party, il laburista Khan e Zac Goldsmith – il candidato ambientalista conservatore – la partita è ristretta agli ultimi due, con Khan che stacca Goldsmith 42 a 34 per cento sulle prime preferenze.
Boris (va) Vian

La capitale della Gran Bretagna oggi vota per eleggere il suo nuovo sindaco. I seggi, aperti alle sette ora locale, chiuderanno alle 22. Un appuntamento elettorale che arriva dopo due mandati di seguito targati Boris Johnson, il sindaco pasticcione e simpaticone, compagno di goliardiche bisbocce di David Cameron a Eton e Oxford e capace di far parlare di sé soprattutto per le boutade, le gaffe, un’invidiabile intimità con i candelabri e le fini stoviglie dei ricevimenti in cravatta nera, con il grande business, gli anarcoinvestitori, la privatizzazione e la speculazione endemica.