Il Tao del Labour

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Nel dibattito in aula seguito alla presentazione della famigerata bozza di accordo con l’Ue sulla British Exit, Jeremy Corbyn – ormai padrone indiscusso di quella pratica che Trotskij definiva il parliamentary cant, la (menzognera e ipocrita) retorica parlamentare – ha vigorosamente attaccato il governo May giurando che non voterà mai a favore di quella bozza di accordo, definendola abborracciata, inconcludente e soprattutto contro gli interessi del popolo britannico.

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Futuro al ritorno

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Nel discorso con cui Jeremy Corbyn ha concluso la tre giorni congressuale del partito a Liverpool c’erano gli elementi principali che hanno contraddistinto il ritorno del Labour a se stesso nei tre anni da che ne ha preso rocambolescamente le redini: la lotta alla disuguaglianza, alla catastrofe ambientale, alla disoccupazione, alla colpevole passività del Paese nei confronti del problema palestinese (di cui è tutto sommato corresponsabile) e – elemento, questo, del tutto nuovo – al suo tradizionale ruolo ancillare nei disastri statunitensi in politica estera.

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Rifarendum?

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Temperatura Brexit sempre al calor bianco in Gran Bretagna. Più che mai dopo la distratta sufficienza con cui le proposte di Theresa May per un’uscita cerchiobottista del paese dall’Ue – il cosiddetto «accordo Chequers» (dal nome della residenza estiva dei Primi ministri britannici: manterrebbe il Paese allineato con gli standard europei su merci e generi alimentari) -, sono state accolte dai 27 al summit di Bruxelles della scorsa settimana. Continua a leggere “Rifarendum?”

The Nasty Party is back

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Ieri a Halifax, nello Yorkshire, Theresa May ha presentato il programma elettorale del partito conservatore per le politiche, l’8 giugno prossimo. Fin dall’annuncio choc di queste elezioni in una mossa da guerra lampo, tre settimane fa, era andata ripetendo con regolarità da umanoide lo stesso slogan sulla leadership «forte e stabile», necessaria a guidare il Paese attraverso le forche caudine del negoziato Brexit.

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Labour: Old is the new New

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Dopo la falsa partenza della scorsa settimana – una fuga di notizie ne aveva anticipato i contenuti – ecco in tutto il suo socialistico fulgore la versione definitiva e ufficiale del manifesto del partito laburista per le elezioni politiche del prossimo 8 giugno, che il partito è stato finora il primo a presentare.

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Campagna campale

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Lo scorso 10 maggio, la bozza del manifesto elettorale del Labour finiva in mano alla stampa. La fuga di notizie sul programma elettorale per le prossime politiche dell’8 giugno proprio il giorno prima che i vertici si riunissero per approvarne le linee guida dimostra – se mai ce ne fosse stato ulteriore bisogno – il permanere ostinato nel partito stesso di una chiara propensione all’autolesionismo.

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The Socialist Manifesto

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Il Leader Laburista Harold Wilson, due volte primo ministro, nel 1960/70 e nel 1974/76

Nella debita bagarre mediatica, ieri hanno cominciato a circolare copie del programma elettorale del partito laburista, che avrebbe dovuto essere presentato la prossima settimana. Un leak avvenuto in sincronica coincidenza con il cosiddetto Clause V meeting, la riunione in cui i vertici approvano il manifesto elettorale, tenutasi nel pomeriggio.

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Labour local elections 2017: incassare e ripartire

Il giorno dopo la legnata elettorale delle amministrative, che ha visto il partito laburista perdere circa 350 seggi consiliari contro un + 500 dei Tories, è già ricominciata la campagna per le prossime politiche dell’8 di giugno. Continua a leggere “Labour local elections 2017: incassare e ripartire”

Corbyn incassa la sveglia delle amministrative

corbynIl risultato della prima tornata di elezioni amministrative del 2017 in Inghilterra, Galles e Scozia torna a essere in linea con i sondaggi, confermando l’avanzata sostanziale dei tories a spese di Labour e soprattutto Ukip – spazzato via – con i Libdem rimasti più o meno dov’erano.

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Old Labour, new start

Tra vecchi e nuovi iscritti, i seicentomila che hanno avuto fede in lui sono stati premiati: ieri a Liverpool la parusia – il secondo avvento – di Jeremy Corbyn si è finalmente compiuta. La conferenza di Liverpool ha tributato al leader una vittoria monumentale, col 61% del voto totale contro il flebile 38,2% di Owen Smith, un Giufà immolato all’ultimo momento dai centristi del partito alla forsennata ricerca di un inesistente supereroe moderato che non terrorizzasse gli amichetti della City. Continua a leggere “Old Labour, new start”