Musica per ballare preoccupati

Riemersi indenni dal caos del post no-wave, a voi uno dei migliori prodotti della Brooklyn hipsterica. Mentre nel precedente album, WIXIW, parevano dei dilettanti alla scoperta dell’electropop inglese di casa Miller, con Mess on a Mission (titolo evidentemente ispirato dalla politica estera statunitense), in questa nuova loro electro-incarnazione i Liars sono completamente in control.

Scuro, asciutto, obliquo, malignamente sexy, MOAM è un po’ come se LCD Soundsystem, !!! e gli Empire of the Sun facessero merenda dai Throbbing Gristle.

È dance che guarda la brutta faccia del presente. Facts are fact and fiction’s fiction? Naturalmente no.  Ma vent’anni fa sarei quasi diventato raver.

 

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Mute anniversary @ Roundhouse (day two, a post in real time)

ERASURE

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More to follow (Andy Bell is a camp idol, Vince Clarke a synth god)

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SCUM, l’ultima giovane scommessa di Daniel Miller, un piccolo salto di epoca e di clima.

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LAIBACH

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Il cuore nero dell’Europa. Il ritorno di atmosfere della seconda guerra mondiale frantuma il sogno pop. Perfetta colonna sonora ustascia. Il fascino perverso della militarizzazione. I Death in June in confronto sono i 99 Posse. Sull’attrazione dell’estetica fascista per la cultura pop Susan Sontag ha scritto pagine interessanti. Ma questa non è roba anglosassone.

MARTIN GORE DJ SET

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Un set teso e dritto, in my humble opinion più interessante di quello di R. Hawtin di ieri sera. Gore è un’anima fragile, in bilico fra la disumanità della macchina e un timido lirismo. Ed è la forza del songwriting dei Depeche Mode. Riesce a rendere musicale anche un Dj set. Semplicemente esaltante vedere uno di questa statura usare la tecnologia. Conclude il set, epico suonandoci sopra. Ah, quei synth, ah quei suoni. Sembra Harmonia. Deutschland.

NOTA CONCLUSIVA

Senza i Kraftwerk, il gruppo più influente della storia dopo i Beatles, tutto questo – e molto altro ancora – non sarebbe mai accaduto.

Ps: sorry per le fotacce telefoniche.