
Se ieri mattina Theresa May si è svegliata più leggera, era perché il suo governo aveva appena perduto due ministri chiave e stava per perderne altri sei. La notte, infatti, porta consiglio. E a volte dimissioni.

Se ieri mattina Theresa May si è svegliata più leggera, era perché il suo governo aveva appena perduto due ministri chiave e stava per perderne altri sei. La notte, infatti, porta consiglio. E a volte dimissioni.

È la fine dell’inizio. Dopo cinque ore asserragliati a Downing Street a discutere le 500 pagine di accordo concluso con Bruxelles sul futuro rapporto fra Ue e Gran Bretagna dopo l’exit di quest’ultima – il prossimo 29 marzo 2019 – Theresa May ha il sostegno del suo governo.

«Polishing a turd» (letteralmente: lucidare una merda). Non nel senso dell’epiteto ingiurioso, ma in quello letterale. Continue reading ““Boris””

Il tracollo di Oxfam, da faro della beneficienza occidentale a bieco sfruttatore di quei deboli che dovrebbe tutelare e difendere, continua inesorabile, trascinando nel fango l’intero settore. Dopo le dimissioni della vice presidente Penny Lawrence, accettate lunedì, a poco è servita la contrizione mediatica del numero uno Mark Goldring, a sua volta sull’orlo delle dimissioni.
Come ogni minuetto che si rispetti, la negoziazione sulla British Exit danzata dalla Gran Bretagna di Theresa May prevede dei passetti avanti e passetti indietro.