Che il compito di Jeremy Corbyn fosse impari, si sapeva. È come se avesse conquistato la leadership dello stesso partito al quale si era proposto come alternativa nella campagna per le primarie: ovvio che la triplice alleanza non scritta di tories, moderati neolaburisti e media mainstream gli avrebbe dato immenso filo da torcere.
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La scacchiera del cancelliere
Dipinto com’era — nel migliore dei casi come gelido Apparatchik esperto di doppiezza e nel peggiore come un bombarolo filo-insurrezionalista -, la scelta di Jeremy Corbyn di affidare il dicastero ombra delle finanze (Cancelliere dello Scacchiere) a uno come John McDonnell è stata unanimemente considerata dai commentatori come un segno di debolezza del segretario nei confronti del cieco demone radicale impossessatosi del Labour.