La cosa che scrissi su 300 quando uscì, nel 2007, nel blog che fu di Rockstar.
(for Gigio’s eyes only)
FASCISTI SU SPARTA
Avrei volentieri steso il metaforico velo pietoso sulla questione se 300, il film che Leni Riefenstahl avrebbe diretto volentieri se avesse fatto un corso accelerato alla Microsoft, vada preso sul serio o meno. E, in tutta sincerità, per un momento l’ho fatto: prima di vedere il film, appena uscita la notizia che in Iran stava scatenando la prevedibile reazione non esattamente filosionista. In fondo se i film sono lo specchio della cultura contemporanea, non è forse Hollywood quello della cultura americana contemporanea? Perché trincerarsi dietro il simulacro della fantasia (“è un film fantastico, non va connesso alla realtà”)? Poi l’ho visto. Il primo pensiero è stato che fosse la versione losangelina del film di Guzzanti, Fascisti su Marte, solo con molto software in più e ironia in meno. Solo dopo ho capito che 300 è, in realtà, nonostante il cybergrand-guignol, un film completamente comico.