Su questo noioso e un po’ meschino galleggiare in un brodo culturale continuamente riscaldato da anniversari, beatificazioni ed eterni ritorni, segnalo questo bel pezzo di Jarvis Cocker.
Pezzo in cui recensisce l’epistolario di Lennon, da cui si evince che l’epistolario di Lennon potrebbe forse anche essere tranquillamente depennato dalla lista dei libri da portare su un’isola deserta.
Mi chiedo quanto gli sia costato scriverlo, vista la personale condizione di epigono di una band di cui lui stesso lamenta l’ostinata permanenza nel discorso contemporaneo. Permanenza alla quale, in buona sostanza, la dimenticabile discografia dei Pulp non ha fatto che contribuire.