
“Spezz(ett)eremo i guanciali alla Gricia.”

Continua – e fortunatamente finisce qui – la serie articoli scritti e che, non essendo mai usciti, hanno provocato l’autolesionistico ma catartico sfanculamento di committenti falsi e bugiardi. In questo caso parliamo del settimanale D, e dell’allora suo caporedattore cultura e spettacoli, dal cognome omonimo di un vegetale o una dermatologica escrescenza. Dopo quasi un decennio di pezzi strepitosi pagati una miseria, alla mancata uscita di questa intervista ho preferito vivere, ergo, me ne sono anDato. Il pretesto per l’intervista è ovviamente un’emerita zozzata, una partnership con la giustamente defunta ma poi risorta casa automobilistica Maybach, sorta di Mercedes sotto estrogeni che faceva auto oscene (lo dico da estimatore mio malgrado del genere automobilistico) per ricchi bifolchi. Partnership che lui tra le righe confessa come motivata dal cronico bisogno di sterco del demonio. Tolto quello di mezzo, si conferma come meritevole di lettura. Enjoy.
Ha i suoi detrattori, ma è ormai considerato ampiamente un American classic.
Continue reading “Julian Schnabel”
È l’equivalente giudiziario di un film peplum tipo Ercole sfida Sansone, o di un blockbuster come Alien contro Predator, ma c’è poco da ridere: “Donald Trump contro la Bbc” è surrealisticamente vero.
Continue reading “British Bias Corporation”
Eleven years ago, scrissi questo pezzo in occasione dell’uscita del momumentale Exai degli Autechre per la rivista succitata (they know who they are), solo per vedermelo cassare dal presuntuoso millennial che ne curava la cultura e gli spettacoli. Li mandai al bennoto e fin troppo sovraffollato affan****, cercando disperatamente di guardare avanti nonostante l’intorcinamento gastrico. Esattamente un minuto fa l’ho riesumato dall’hard disk e, rileggendolo, l’ho trovato ancora dignitoso. Ho pensato di infiggerlo ai miei 45 e-lettori nel solito momento di bassa autostima.
A che somiglia di più la cultura pop di questi anni? A una vecchia autoradio incantata in autoreverse, a un antico romano sul triclinio che rigurgita lo stesso banchetto, oppure a un giovane struzzo con la testa sotto la stessa sabbia?
Continue reading “Autechre su Rivista Tedio”Poignant, as they say.
PS Of course he’s not a clown, he’s a great artist. Check out his sterling work with the almighty Green on Red, a love of my youth, his writings and solo records.

Ozzy Osbourne ha fatto appena in tempo a salutare i suoi innumerevoli fan/adepti/discepoli. Non sto a dilungarmi sull’importanza del personaggio o dei Sabbath, mi limito a ripubblicare un mio incontro con lui di un ventennio fa.
«Se non fosse stato per mia moglie Sharon, anziché stare seduto su questo sofà con te sarei morto, o in prigione, o in riabilitazione. Ma soprattutto sarei morto. Mille volte.» Ozzy mi ha detto molte altre cose, elencate qui sotto, ma questa, anche se l’avevo letta e sentita altre volte, fa un po’ rabbrividire.
Continue reading “Ozzy Osbourne, 1948-2025”
Un estratto di Vita e malefatte di Winston Churchill sull’eccellentissima Machina (DeriveApprodi)

Propongo qui un rimando a una delle cose più spassose e dirompenti che mi sia capitato di leggere in quest’epoca trans-post-iper-. È da tempo che meditavo di muovere un selvaggio e liberatorio attacco ai nipotini san-giuli-aneschi di Tom Wolfe, ma c’è chi l’ha già fatto. Meglio.
Il lamentoso schianto di tutto ciò che ci circonda risuona nella de-politicizzazione della fisiologica sfrontatezza dei “giovani” nei confronti dei “vecchi”. La prima vittima della fine del futuro è l’idea di avanguardia. Ebbene, forse c’è ancora speranza.
Petronius Arbeiter, io lascio tutto e ti seguo. Ti faccio un solo appunto: l’uso della parola e del concetto di “sfiga” è incontrovertibilmente brutto quanto infelicemente classista. Tutto il resto è ambrosia per le mie presbiti cornee. Brav-schwa.

Appena uscito per DeriveApprodi, un necessario e tardivo correttivo agli sbrodolamenti storiografici su questa figura storica, da me indegnamente tradotto e curato. Da prescrivere in dosi massicce a tutti gli imperialisti a loro insaputa.