Richard Seymour on Jeremy Corbyn

Richard Seymour è un saggista politico, attivista e blogger nordirlandese trapiantato a Londra. Ha scritto, tra gli altri, due libri sul fenomeno Corbyn, entrambi pubblicati da Verso: Corbyn: The Strange Rebirth of Radical Politics e Corbyn: Against All Odds, quest’ultimo uscito immediatamente dopo il fallito tentativo da parte dei parlamentari laburisti di destituire il leader. Il suo blog si chiama Lenin’s Tomb.

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Pfizer Smith

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Il Labour party dell’era Corbyn si legge parafrasando la celebre frase gramsciana: il vecchio partito muore e quello nuovo non riesce a nascere. O forse ci riuscirà solo scindendosi. Continue reading “Pfizer Smith”

Il bello della democrazia

Nel mondo alla rovescia che è il Westminster post-brexit, chi dovrebbe formalmente rimanere lascia e chi invece altrettanto formalmente dovrebbe lasciare resta. Solo per questo la risolutezza del 67enne Jeremy Corbyn, anello di disgiunzione fra la componente parlamentare di un partito ormai totalmente estranea alla propria base e detta base, rappresenta un pregevole unicum. Continue reading “Il bello della democrazia”

L’aquila spennata

Nella Gran Bretagna post-Brexit le porte girevoli della leadership non si fermano un attimo. Ieri, proprio mentre Angela Eagle annunciava la propria sfida alla leadership del partito laburista, la sua omologa tory, Andrea Leadsom, convocava improvvisamente una conferenza stampa per ritirare la propria, consentendo così a Theresa May di diventare premier.

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Making Plans for Nigel

Dopo David Cameron e Boris Johnson è ora il momento Nigel Farage. Il leader dell’Ukip (e suo co-fondatore vent’anni fa, con Alan Sked) è l’ultimo leader referendario ad aver dato le dimissioni – annunciate a sorpresa ieri – lasciando il terzo partito senza un leader ufficiale in una politica britannica in pieno disturbo post-traumatico da stress. I più entusiasti propugnatori del referendum sull’uscita del paese dall’Ue mollano sul più bello.

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Jeremiad

Giornata di relativa calma sul fronte Corbyn. Non volendo prolungare l’increscioso sfoggio di trame e orditi di partito nel giorno dell’anniversario di quella colossale e insensata mattanza che fu la battaglia della Somme, i deputati laburisti ammutinati hanno osservato una tregua precaria.

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Tu quoque, Gove

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Il dramma messo in scena dal Labour, con Corbyn aggrappato con le unghie e con i denti alla leadership nonostante ormai tutti i suoi deputati gli abbiano voltato le spalle, è lacerante al punto da non escludere il rischio di scissione. Ma ieri non ha prodotto altri colpi di scena della caratura cui siamo ormai abituati da circa una settimana. Continue reading “Tu quoque, Gove”

Il leader dimezzato

Con i due principali partiti senza un leader in servizio permanente effettivo – David Cameron che si è gettato sulla sua spada, Jeremy Corbyn con la pistola puntata alla tempia dai suoi stessi compagni di partito – la Gran Bretagna comincia un lungo e sofferto addio al bipolarismo, alla governabilità e alle gioie dell’uninominale secco. Per Corbyn, quella di ieri è stata una giornata di passione e d’indicibile pressione.

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Il premier inesistente

A Bruxelles David Cameron – il premier inesistente – ha fatto l’ultima cena, ma non la prima colazione.

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La congiura dei diseguali

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172 contro 40, è il risultato del voto di sfiducia nei confronti di Jeremy Corbyn. Nell’ennesimo di una serie di terremoti-matrioska innescati dal referendum di giovedì scorso, più dell’80% dei parlamentari laburisti gli si è pronunciato contro, dopo una serie di incontri, pianti, accese discussioni e litigi.

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