Julian Schnabel

Continua – e fortunatamente finisce qui – la serie articoli scritti e che, non essendo mai usciti, hanno provocato l’autolesionistico ma catartico sfanculamento di committenti falsi e bugiardi. In questo caso parliamo del settimanale D, e dell’allora suo caporedattore cultura e spettacoli, dal cognome omonimo di un vegetale o una dermatologica escrescenza. Dopo quasi un decennio di pezzi strepitosi pagati una miseria, alla mancata uscita di questa intervista ho preferito vivere, ergo, me ne sono anDato. Il pretesto per l’intervista è ovviamente un’emerita zozzata, una partnership con la giustamente defunta ma poi risorta casa automobilistica Maybach, sorta di Mercedes sotto estrogeni che faceva auto oscene (lo dico da estimatore mio malgrado del genere automobilistico) per ricchi bifolchi. Partnership che lui tra le righe confessa come motivata dal cronico bisogno di sterco del demonio. Tolto quello di mezzo, si conferma come meritevole di lettura. Enjoy.

Ha i suoi detrattori, ma è ormai considerato ampiamente un American classic.

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Natalja Gončarova alla Tate Modern

La mostra dedicata a Natalja Gončarova (1881-1962), dal 6 giugno all’8 settembre nelle Eyal Ofer Galleries della Tate Modern, è organizzata con la collaborazione di Palazzo Strozzi di Firenze e l’Ateneum art museum di Helsinki. Copre tutta la produzione dell’artista, dai lavori giovanili alle sue ripetute incursioni nel mondo della moda e nel design d’interni, compresa la preziosa collaborazione con i Ballets russes di Djagilev.

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