Mancano ormai ventidue giorni al giorno del giudizio referendario, il prossimo 23 giugno, e la guerra delle accuse e controaccuse, delle proiezioni e argomentazioni, dei saggi e dei sondaggi, dei sondaggisti e degli opinionisti pro Leave o Remain impazza più che mai. Protagonisti di tanta iperventilazione sono appunti i sondaggi/sti che, ormai un po’ come il tempo atmosferico, alternano solleone e gelate un giorno dopo l’altro, alla faccia delle compiante quattro stagioni, anch’esse così mestamente last century.
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Boris (va) Vian

La capitale della Gran Bretagna oggi vota per eleggere il suo nuovo sindaco. I seggi, aperti alle sette ora locale, chiuderanno alle 22. Un appuntamento elettorale che arriva dopo due mandati di seguito targati Boris Johnson, il sindaco pasticcione e simpaticone, compagno di goliardiche bisbocce di David Cameron a Eton e Oxford e capace di far parlare di sé soprattutto per le boutade, le gaffe, un’invidiabile intimità con i candelabri e le fini stoviglie dei ricevimenti in cravatta nera, con il grande business, gli anarcoinvestitori, la privatizzazione e la speculazione endemica.
Il pavone Ken Livingstone
È una «tempesta perfetta» quella che si è scatenata nel partito laburista, sul suo scomodo leader, Jeremy Corbyn, e sul principale alleato di questi, Ken Livingstone.