The ides of May send Tories into disarray

(Il manifesto global – Originally published in Italian on May 25, 2019 https://ilmanifesto.it/le-idi-di-may-la-premier-capitola-tories-allo-sbando/)

In the end, the end of May brought the end of Theresa May: her own Ides of May (if we may). She announced on Saturday morning that she would leave on June 7, after trying and failing for the umpteenth time to save her Brexit agreement with the EU, running again into the now-familiar wall of hatred and mockery from within her own party and losing yet more people from her already-battered government.

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Ancora Don McCullin

È una mostra completa sui lavori fotografici di Don McCullin (1935), quella vista  alla Tate Britain di Londra: dai memorabili scatti di guerra, comprese immagini dal Vietnam e dall’Irlanda del Nord fino alle foto più recenti dalla Siria. Ma anche i servizi realizzati in Inghilterra, sulla povertà e sul lavoro e i paesaggi del Somerset.

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Nigel Carnage

Come volevasi temere. Alle elezioni europee che non dovevano accadere Farage is back, mentre Tories e Labour prendono tante mazzate, redistribuendo i propri voti i primi al Brexit Party del succitato e al suo ex partito Ukip, i secondi ai Libdem e ai verdi.

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Le idi di maggio

Alla fine The end of May è stata The end of May, le idi di maggio di Theresa. Se ne andrà il sette giugno: l’ha annunciato ieri, in tarda mattinata, dopo aver tentato per l’ennesima volta di salvare il suo accordo per l’uscita dall’Ue, incontrando un ormai familiare muro di astio e dileggio nel suo stesso partito e perdendo altri pezzi del suo ormai sgangherato governo.

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Di nuovo qui?

Riluttante e con un misto di rabbia, disillusione, risentimento e caparbia speranza, la Gran Bretagna si è trascinata ieri alle urne per partecipare suo malgrado alle elezioni europee, il rito clou dell’istituzione che decise di lasciare tre anni fa e dal cui abbraccio non riesce a divincolarsi, o meglio, a volersi divincolare.

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L’accordo ormai del tutto scordato

Il paese va oggi alle urne per un plebiscito al quale non è riuscito a sottrarsi, guidato da una leadership comatosa e osteggiata. Ci va controvoglia o con l’intento di punire i responsabili del mess, il caos Brexit di cui la stessa leader fa ormai parte per meriti sul campo.

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I perdenti e i non vincitori

Jeremy Corbyn; in basso Theresa May al seggio di Maidenhead con il marito Philip

Atene piange, e lacrime amare: alle elezioni amministrative in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord i Tories beccano la mazzata dovuta e auspicata. A spoglio non ancora del tutto effettuato, ieri pomeriggio, avevano perso 800 seggi e ventotto circoscrizioni inglesi.

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Doccia scozzese

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Sono passati cinque anni dal primo referendum per l’indipendenza dalla Gran Bretagna, quando gli autonomisti furono sconfitti per 55% contro 45% dei voti. Ora la Scozia vorrebbe tenerne un secondo entro la fine della corrente legislatura: il maggio 2021. Lo ha annunciato ieri la prima ministra nazionalista Nicola Sturgeon ai deputati di Holyrood, il parlamento scozzese.

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Sovranismi e Brexit: l’Europa brucia

Ho indegnamente contribuito a una raccolta di interventi sulle prossime elezioni europee, edita da manifestolibri. “Europa, la posta in gioco” (pp. 292, € 18,00) a cura di Simona Bonsignori e Marco ‘Troika’ Gremigno, introduzione di Luciana Castellina, è appena uscito in libreria. La presentazione, abbinata a Uscita di Insicurezza, sarà martedì 14 maggio presso la Biblioteca Moby Dick, Roma, GarbatellaInterverranno Alessandra Quattrocchi, giornalista AskaNews e Angela Giuffrida, corrispondente in Italia per The Guardian. A moderare Andrea Pipino, giornalista di Internazionale.

Brexit? In fondo a destra

Nigel Farage e Annunziata Rees-Mogg al lancio del Brexit Party

Dopo giorni di colloqui inconcludenti, John McDonnell, cancelliere ombra dello scacchiere e sodale politico di Jeremy Corbyn, ha definito «positivo» e «costruttivo» il dialogo con i Tory David Lidington e Michael Gove per sbloccare la paralisi parlamentare su Brexit. In discussione la parte “leggera” dell’accordo, la cosiddetta dichiarazione politica, una sessantina di pagine prive di valore legale che abbozzano l’assetto dei futuri rapporti commerciali fra le parti. Gli incontri continueranno nell’arco dei prossimi dieci giorni.

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