Ora che si sono chiuse le ostilità per le elezioni del sindaco della capitale, l’incombere del momento della verità, il prossimo 23 giugno, quando i cittadini britannici saranno chiamati a votare per il referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea o il suo abbandono, fa salire al calor bianco la temperatura del dibattito.
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Corbyn la gazzella
Nella savana di Westminster, ogni giorno Jeremy Corbyn si sveglia e comincia a correre per affrontare il suo «momento della verità» quotidiano. Quello cioè in cui, da vero eroe, partecipando a una delle infinite cerimonie ufficiali dov’è prevista la presenza del leader dell’opposizione di sua Maestà, deve piegarsi a una ritualità la cui abolizione, riforma o superamento erano tra le cause del suo ingresso in politica. Tale è il paradosso politico della storia presente del Labour party.
The (Rotten) Legacy of Thatcherism
The Legacy of Thatcherism. Assessing and Exploring Thatcherite Social and Economic Policies, edited by Stephen Farrall and Colin Hay. Oxford University Press for the British Academy. 352 pp. £25.00.
The legacy of Thatcherism: how not to assess it? Even beyond the ‘Anglo-liberal’ shores, Margaret Thatcher is such a totemic figure that it could be argued—without fear of opprobrium—that the present British political settlement is still cast in a Thatcherite mould.
Apo(p)calypse
Nel pop-rock, un genere dalla storia piena di lunghe assenze colmate da deludenti ritorni, otto anni sono un’eternità. Basti pensare, tanto per restare nella botanica, a Guns N’ Roses e Stone Roses: entrambi ci misero anni a dare un seguito ai rispettivi album, restando poi ibernati per altrettanti. Figuriamoci poi nell’elettronica, dove i gruppi si riproducono ed estinguono con la velocità di microorganismi.
