Nei quasi tre anni che ci separano dal 23 marzo 2016, la squassante virulenza con cui la British exit si è abbattuta sulla Gran Bretagna – scavando un fossato nelle famiglie, nelle coppie e nella società in generale, rimescolandone pubblico e privato e riscoprendo una dimensione politica del reale in realtà mai venuta meno – ha prodotto un gettito di lavori che cercano di descrivere, analizzare, criticare quello che è evidentemente uno psicodramma identitario collettivo.
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Keep chaos and carry on
Keep chaos and carry on. Così si chiama la pratica di training autogeno che Theresa May brevetterà dopo aver lasciato la politica.
Rifarendum?
Temperatura Brexit sempre al calor bianco in Gran Bretagna. Più che mai dopo la distratta sufficienza con cui le proposte di Theresa May per un’uscita cerchiobottista del paese dall’Ue – il cosiddetto «accordo Chequers» (dal nome della residenza estiva dei Primi ministri britannici: manterrebbe il Paese allineato con gli standard europei su merci e generi alimentari) -, sono state accolte dai 27 al summit di Bruxelles della scorsa settimana. Continua a leggere “Rifarendum?”
Tutto torna
Le bombe della zia May
Alla fine Theresa May ha preferito accodarsi al punitore francoamericano in fretta e furia pur di non consultare il Parlamento, ben sapendo che la via democratica alle bombe le sarebbe stata sbarrata in aula.
Giochi con frontiere
Tra i tanti sassolini nelle scarpe leopardate di Theresa May in cammino verso la British Exit, quello del temuto confine fra Irlanda del Nord e Gran Bretagna è un ciottolo vero e proprio. E se ieri Londra e Bruxelles erano unite nel gelo metereologico, un altro gelo, quello negoziale, le divideva più che mai.
Nessuno tocchi la carbonara
Nel quartiere di Tower Hamlets, East End di Londra, una bimba europea «cristiana» di cinque anni è stata data in affidamento per sei mesi a due famiglie musulmane ortodosse dove non si parla – o si parla stentatamente – inglese, si indossano niqab e burqa e naturalmente non si mangia maiale.
Manchester e la convivenza col terrore
Il professor Roger Griffin insegna storia moderna presso la Brookes University di Oxford ed è ampiamente riconosciuto come uno dei massimi esperti delle dinamiche socioculturali del fascismo. Ultimamente ha deviato lo sguardo della sua ricerca su varie forme di fanatismo religioso e sul terrorismo contemporaneo e il loro impatto sulla modernità.
The Lady is for obeying
Salda e segaligna come solo la figlia di un pastore anglicano sa essere, Theresa May non si è scomposta di fronte alle iniziative totalitarie di Donald Trump. Sono tutte nel national interest del paese, soprattutto adesso che con Brexit questo ha lasciato il proprio domicilio (l’Ue) senza averne ancora trovato precisamente uno nuovo.
Contrordine compagno
Il partito laburista «non ha sposato» la libertà di movimento dei lavoratori all’interno dell’Unione europea né si è impegnato a mantenerla una volta che i britannici avranno tagliati i ponti con essa. Continua a leggere “Contrordine compagno”