Beverly Hills, again

OB-ZA901_mag101_P_20130925104507-1383733021Ho scritto già di Beverly Pepper altrove qualche mese fa, ma il personaggio è di tale caratura da meritarsi altro spazio.

L’auto sobbalza un po’ mentre s’inerpica lungo le strade tortuose e dissestate della campagna umbra. «Non mi preoccupa il vivere pericolosamente. Dopo tutti questi anni, un giorno di più o uno di meno non importa», scherza molto seriamente il mio passeggero speciale: è Beverly Pepper, la madrina della scultura monumentale tardo-novecentesca. Un motto di spirito può ben permetterselo: la sua lunga e intensa vita – novantadue primavere non sono come dirlo – è senz’altro materia per un libro. «Avrebbe dovuto scriverlo mio marito Bill, che era autore. Oggi, tutto il tempo che ho lo dedico al lavoro. Non sono una narratrice, io faccio le cose. Bill aveva lavorato talmente tanti anni su Leonardo da Vinci da aver finito per credere di essere lui stesso Leonardo».

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Pagherete caro, pagherete tutto

Illuminante articolo sul precariato cognitivo su n+1. La formula in sé “precariato cognitivo” non compare mai, il che rende il pezzo un perfetto esempio di come scrivere – bene – di una cosa che si subisce quotidianamente alla quale non si è saputo – o voluto – dare una compiuta definizione ideologica. Un po’ come prendere Socrate e metterlo a testa in giù: dal “sapere di non sapere” al “non sapere di sapere”.

Ancora Gilbert & George

Le dirompenti Scapegoating Pictures for London, le ultime fatiche di Gilbert & George, sono visibili fino al prossimo 28 settembre alla White Cube Bermondsey di Londra. Ed è chiaro che i due, rispettive metà di una fascinosa ibridazione umana e artistica, non hanno più alibi: la loro lamentata emarginazione dal mondo culturale britannico non è più ufficialmente sostenibile almeno dal 2007, quando la Tate Modern foderò «n» chilometri quadrati delle proprie pareti con una retrospettiva entusiasmante a loro dedicata. Continue reading “Ancora Gilbert & George”

La donna che sussurrava all’acciaio

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Le cose difficili le faccio subito, per quelle impossibili mi ci vuole un po’ più di tempo». Accento di Brooklyn nonostante più di mezzo secolo nel nostro Paese, Beverly Pepper, 92 anni, continua a dialogare coi metalli, con l’eredità di un’era industriale, gli anni 50 e 60, la cui versione italiana fu miracolosa per eccellenza. Continue reading “La donna che sussurrava all’acciaio”

Gilbert & George: explicit lyrics

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Non l’avranno mai, Gilbert & George, la loro statua al museo delle Cere. Non ce n’è bisogno: sono già loro stessi di cera, due “sculture ambulanti”, come si definivano nel 1969, dagli automatismi ormai talmente coreografati da risultare perfettamente naturali. La coppia più provocatoria dell’arte inglese ha appena tappezzato le immense pareti della più bella galleria commerciale di Londra, la White Cube di Bermondsey, con le loro “Scapegoating Pictures”: una sessantina di giganteschi pannelli fotografici che ricordano le vetrate di una chiesa. Continue reading “Gilbert & George: explicit lyrics”

Cotton fioc

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L’arte può fare infinite cose: insegnare, provocare, turbare, divertire, e molto altro. Quella di Will Cotton − che dal 25 giugno al 9 agosto porta alla Ronchini gallery di Londra i suoi lavori dall’inebriante effluvio di vaniglia − dolcifica. Senza però mai nutrire.

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